Inizia oggi una nuova rubrica, sul nostro blog: Sorsi di Romagna con Amarcord. Che cos'è la "romagnolità"? Per capirlo abbiamo deciso di chiederlo ad alcuni romagnoli doc, tra campioni sportivi e di creatività. Il primo che abbiamo incontrato è Filippo Magnani, ideatore della celebre gara ciclistica Granfondo degli Squali, che ogni anno si svolge tra Cattolica e Gabicce.
Partiamo dall'inizio. Come è nata l'idea Granfondo degli Squali?L'idea è nata nel Settembre del 2014 nell'hotel di Tullio Badioli dove ci siamo incontrati insieme al Veloclub, società ciclistica locale molto attenta agli eventi e soprattutto molto attenta ai giovani, insieme al CicloTeam di Gabicce. Un connubio tra Cattolica e Gabicce nel quale si è pensato di organizzare una manifestazione ciclistica che fino a quel momento non c'era. Esisteva la Nove Colli, altre manifestazioni a Cervia o Riccione ma mancava qualcosa da noi.
Successivamente il nome, Granfondo degli Squali, è arrivato dal fatto che la partenza si trovava (e si trova tutt'ora) all'Acquario di Cattolica e non volevamo legarla troppo a delle località specifiche. Doveva essere un nome un po' più allettante e la mia idea è stata proprio quella di identificarla con il nostro "quartier generale", location significativa e funzionale per l'evento.Quali sono i traguardi più importanti che hai raggiunto con il tuo progetto?Il grande traguardo è stato raggiunto subito, il primo anno, quando abbiamo superato i mille iscritti. Se non ce l'avessimo fatta avremmo mollato subito tutto. Non saremmo rientrati nei costi altrimenti e quindi ci serviva mettere subito una bella asticella. Ne abbiamo raggiunti 1300, un grande successo per una manifestazione nata da zero. Sono poi stati 1800 il secondo anno, 2300 l'anno scorso e quest'anno puntiamo a superare i 2500.
Qual è il ricordo che ti porti nel cuore, legato alla Granfondo degli Squali?L'emozione della fine della prima gara mi fa stringere ogni volta la gola e anche adesso mi viene la pelle d'oca. Sono scoppiato in lacrime, uno di quei pianti liberatori perchè abbiamo fatto veramente tantissimo. Nessuno ci credeva e invece il successo è stato enorme, non pensavo neanche io di avere al mio fianco delle persone così capaci, così brave e dedite. Pensa che abbiamo coinvolto più di 300 volontari, questo è lo spirito romagnolo ed è importante per fare sistema.Quanto pesa il tuo "essere romagnolo" in quello che fai?Si collega un po' a quello che dicevo prima. Il fatto di vedersi la sera fino a tardi, riunirsi, lavorare per un anno ad una manifestazione che dura un giorno se lo racconti in giro probabilmente ti dicono che sei scemo. E invece non è così. La collaborazione di tutti i 300 volontari, dai singoli ad ogni incrocio, alle nostre mogli che preparano le medaglie la sera, ci unisce fortemente e fa sì che la manifestazione continui a crescere di anno in anno. Se ti dico Romagna, qual è la prima cosa che ti viene in mente?Sicuramente l'accoglienza, il buon cibo, il sorriso e la voglia di fare. Sono le prime cose che mi vengono in mente e se ci pensate sono tutte cose che fanno parte della Granfondo degli Squali. In primis l'accoglienza. Abbiamo coinvolto quest'anno più di 40 strutture, il primo anno erano 25 che avevano accettato a occhi chiusi, senza alcuna sicurezza di successo del progetto. Poi il cibo, i ristori facevano paura per quantità e qualità di ogni pietanza. Fisichella aveva fatto un tweet dicendo che ogni punto di ristoro sembrava una sagra di paese. Poi il sorriso. Accontentare ed accogliere sempre tutti con un buon sorriso fa parte di casa nostra.Cosa pensi che sopravviverà della Romagna alla globalizzazione?Io credo fortemente nella destinazione Romagna. Sono presidente di Terrabici, un consorzio ciclyng romagnolo dedicato ai bike hotel, e mi spendo volentieri per mantenere la nostra identità romagnola e per fare in modo che resti tale nonostante la globalizzazione. Soprattutto perchè è la gente che viene a trovarci e ad "assaggiare" la nostra terra che riconosce il valore di ciò che siamo e di quello che sappiamo fare.Quali sono le caratteristiche della Romagna che incarni con la tua manifestazione?La voglia di allargare gli orizzonti attraverso una manifestazione sempre più vicina al territorio, un evento-manifestazione-festa piuttosto che una semplice gara ciclistica. Fare in modo che tutto sia un gran divertimento, dalla partenza all'Acquario di Cattolica fino alla buona piadina sul balcone di Gabicce Monte. Quali sono i tuoi posti preferiti in Romagna?La Romagna a me piace tutta. Dall'entroterra con la sua purezza (penso, ad esempio a Santarcangelo) fino agli affascinanti luoghi di costa come Cattolica, Misano, Riccione, Cesenatico, Cervia e così via. Mi capita di visitare degli hotel per il consorzio e ogni volta mi accorgo come ci sia tanta bella nella diversità dei vari lungomare. È difficile identificare un luogo che mi piace più di altri ma quel che apprezzo maggiormente è che certi valori li puoi ritrovare praticamente ovunque.Che cosa il mondo dovrebbe invidiare alla Romagna?Beh, sicuramente la capacità di dare un servizio così alto con un prezzo così basso. Anche se sicuramente bisognerebbe alzare l'asticella. Non dobbiamo sottovalutare quello che siamo, non dobbiamo svenderci. Non sono per il low-price sempre, ma sono per dare un prezzo giusto alla qualità di quello che si propone perché i romagnoli son capaci di farlo. Il mondo ci invidia di saper vendere una manifestazione a 30 euro quando altre ne costano il triplo, vendere un hotel in pensione completa a 50 euro con un altissimo livello di qualità ed è questo che dobbiamo essere ancora più capaci di valorizzare agli occhi del mondo. La capacità di proporre qualità ad un prezzo che corrisponde esattamente a quello che le persone desiderano, questo ci rende unici.Grazie a Filippo per aver risposto alle nostre domande. Continuate a leggerci per scoprire chi saranno i prossimi protagonisti della rubrica Sorsi di Romagna con Amarcord.

